Il termine Spread adottato dalle banche ha un significato da non sottovalutare da chi vuole contrarre un mutuo.
In effetti si tratta del ricarico che ciascuna banca applica al tasso base come proprio guadagno, per meglio dire la banca compra il denaro ad un prezzo (definito tasso di scambio interbancario) e lo rivende alla sua clientela con un margine di guadagno.Ecco perchè quando si contrae un mutuo bisogna tener conto non del tasso di interesse applicato ma dello spred bancario che vi offre il vostro istituto.
Quest'anno c'è stato un notevole aumento dello spread bancario. A differenza di pochi mesi fa infatti, quando era abbastanza semplice trovare spread sotto l'1%, adesso quel 1% diventa lo spread minimo di partenza.
Osservando le condizioni praticate dalle principali banche italiane si può avere un’idea più precisa del rincaro di queste ultime settimane: chi sceglie un finanziamento da 100mila euro a tasso variabile oggi paga in media alla banca uno spread dell’1,34% contro lo 0,98% di fine agosto; per chi preferisce il tasso fisso il ricarico è passato dallo 0,97% all’1,37% (+41%).
Tale aumento ha chiaramente limitato il vantaggio che potrebbe ottenersi a seguito di un drastico calo dei tassi. Motivi di quest'aumento degli spread sono da individuare principalemente negli effetti della crisi finanziaria che ha investito l'intera economia globale, con gravi ripercussioni sul mondo del credito.
E' infatti del tutto fisiologico che gli istituti bancari, colpiti in pieno dalla tempesta economica, si facciano più caute nel concedere crediti e cerchino di recuperare liquidità e redditività laddove ancora possibile. Il risultato è un innalzamento dei margini sui finanziamenti attraverso il quale si tende ad aumentare i guadagni.
Non è inoltre inusuale che i periodi in cui i tassi tendono a scendere siano accompagnati da una crescita degli spread (e questo vale ancor più per i mutui a tasso fisso), quasi a effettuare una sorta di compensazione della quale il cliente non sempre si avvede.